Di questo e altri temi abbiamo dialogato con Davide Sisto, filosofo, assegnista di ricerca in filosofia teoretica presso l’università di Torino, esperto di tanatologia e docente al master Death Studies & the End of Life dell’università di Padova.

Come ha vissuto il Lockdown? Che poi non è proprio del tutto finito.
L’ho vissuto con relativa tranquillità. In maniera abbastanza razionale forse anche per il tipo di studi che svolgo. Avendo l’abitudine a pensare alla nostra fragilità esistenziale, al fatto che non siamo immortali, tutto sommato ho vissuto soprattutto la prima parte della quarantena in maniera abbastanza tranquilla con lucidità e razionalità. Con il passare del tempo si è manifestata comunque la pressione dell’isolamento, a causa del congelamento del corpo in casa e della sua sostituzione con le identità online.
Di conseguenza a lungo andare ho patito di più l’essere messo in stand-by piuttosto che temere per la mia esistenza.

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