Non c’è niente da fare, allo streaming preferisco il dialogo con gli attori. È attraverso questo dialogo che ogni volta riscopro la magia del palcoscenico. Ascoltando le parole degli artisti, la loro intelligenza, la loro passione, riesco a ritrovare quella finestra sul mondo che per me è il teatro. Capisco chi porta il teatro in televisione. Ma specchiarsi nel piccolo schermo, giocando col cellulare, con le interruzioni di un cane affettuoso, interrotto dalla vecchia mamma che si alza a prendere le pillole, o dal citofono che squilla, non è quell’immersione nel vero, nel bello, nell’arte, che il teatro mi consente. Senza contare poi il rito della preparazione che conduce a condividere un qualcosa che fa sentire meno soli, ma partecipi della vita della collettività.
Il teatro dal vivo fa sentire parte di una collettività. Allora ben venga la generosità con cui artisti come Massimo Popolizio si concedono all’intervista e mi parlano del loro mondo.
Massimo Popolizio conosce quel mondo, ne parla con toni ironici, caustici, e finalmente splendidamente “scorretti”. Ma si tratta di una “scorrettezza” che solo può concedersi chi preso da grande amore ne rivendica professionalità e rigore, rigettando la retorica.
Quale modo migliore di inaugurare il 2021 se non quello di dare voce a uno dei protagonisti del nostro tempo? Massimo Popolizio.

Gianfranco Falcone

L’intervista continua su Mentinfuga