Qualche mese fa ho deciso di ricorrere contro le decisioni del Comune di Milano e portare il mio caso al TAR. Perché?

La mia è stata una scelta politica.
I diritti e la libertà non sono una sine cura che una volta concessa si rinnova automaticamente.
Diritti e libertà, a cui devono fare da contrappeso i necessari doveri, sono valori da affermare in continuazione, anche e soprattutto se c’è il rischio di pagare di persona.
C’è anche un motivo etico per cui ho deciso di ricorrere.
Io non potrò salvare nessuno dalla morte per annegamento nel Mar Mediterraneo, dai lager libici. Non potrò impedire che Liliana Segre sia messa sotto scorta, a causa dell’odio di cui è vittima 70 anni dopo Auschwitz.
Però posso, per quanto mi compete, difendere l’idea di uno Stato di Diritto, nei luoghi e nelle circostanze in cui posso farlo. Affinché questo impegno contribuisca a consolidare una cultura che è l’unica che può diventare argine contro l’odio, i sovranismi e l’umiliazione dei bisogni negati.

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