Tu es libre: sul palco c’era una scenografia scarna, pochi oggetti per un teatro di idee, per un teatro di parola, che ci interroga e si interroga, che sfida e ci sfida.

A dare dinamicità alla scena di Tu es libre, scritto da Francesca Garolla, contribuivano le precise geometrie con cui si muovevano gli attori sul palco, perfettamente nella parte, perfettamente credibili. I gesti, con cui semplici sgabelli in legno nero venivano spostati, partecipavano a rompere una staticità che poteva compromettere il buon esito dello spettacolo. Il loro percuotere il palco forniva una punteggiatura essenziale. Punteggiatura che era tra l’altro arricchita dalla presenza in scena della drammaturga, e autrice del testo, che si è messa in gioco con la sua vena attoriale fornendo le necessarie sottolineature alla poesia dello spettacolo.
Pensare che ero andato al Piccolo Melato in veste di privato cittadino, senza chiedere l’accredito stampa. Nella mia ingenuità pensavo che così non sarei stato costretto a scriverne. Ma Francesca Garolla mi ha fregato. A fine spettacolo non ho potuto fare a meno di chiedere il suo contatto.
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